630 - Da bambino

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Terzine di endecasillabi canonici a maiore in rime incatenate.
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Testo: 630 - Da bambino
di ioffa

Credetemi: credevo, da bambino!
Del resto troppe cose non capivo
ed era quindi facile destino

restare d’ogni favola cattivo¹
disorientato dalle meraviglie
che intorno a me vedevo oppur sentivo.

Così tra le preghiere e varie striglie²
le suore m’inculcavan che risposte
a tutte le domande senza briglie

dentro Nostro Signore eran nascoste
ed io che d’elettroni e gravitoni
ancora non sapea realtà composte,

pensavo a padreterni ed a santoni,
a figli prediletti in processione,
ad infuocate spade ed invasioni,

a guerre sante e tanta distruzione
degli infedeli inclusi i loro figli
per affermar la propria convinzione

e metter della Chiesa sotto artigli
il mondo intero, tutti a capo chino
senza lasciare a logica gli appigli

per evitar l’umano rio declino;
e poi pensavo a quella coincidenza
del compleanno di Gesù Bambino

e di Babbo Natale che esistenza
mostrava invece in modo più diretto
giacché bastava avere un po’ pazienza

e realizzava i sogni nel cassetto
portando a ognuno ciò ch’era richiesto
a patto d’esser bravo pargoletto!

Vedevo i pacchi e forse fu per questo
che a lui credetti ancora per altri anni
dopo l’asilo, eppure anche lui presto

mi fece venir dubbi e gravi affanni:
ero alle elementari ed i suoi pacchi
ogni anno comparivano ma inganni

fiutavo per dei fatti assai bislacchi:
la letterina sempre papà e mamma
dovevano trovare pria che i sacchi

uscisser dal camino a viva fiamma;
se invece bene ben la nascondevo
poi la mattina c’era il triste dramma

che il sacco non avea quel che chiedevo!
Così, dannato questo raziocinio,
nemmeno a lui poi dopo più credevo…

D’ogni illusione giunse l’assassinio
man mano che di studi progredivo
e della fisica ero a tirocinio,

logica e matematica mai schivo
nell’indagare il corpo e tutto il mondo
presto la metafisica aborrivo

tentando di capire a tuttotondo
come funziona il mondo in cui mi trovo,
il mio cervello, il cuore e tutto in fondo.

Quello che analizzando troppo scovo
mi genera alla fine lo sconforto
e in conclusione invidia pure provo

per chi da favolette n’ha conforto:
illuderci ogni tanto non ci nuoce,
che sia Babbo Natale o Cristo morto,
ci fanno sopportar la vuota Croce³.


¹: prigioniero, nel senso antico di “cattivo” prima che diventasse l’attuale “cattivo del diavolo” con connotazioni malvagie sulla scia del cristianesimo;
²: rimprovero;
³: la sofferenza, nello specifico quella derivante dalla consapevolezza di non essere il centro ed il fine ultimo dell’universo.


ioffa, 21/10/2025

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